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Anche quest’anno centinaia di migliaia di persone in tutta la Thailandia celebreranno il Loy Krathong, la festa tradizionale per la chiusura della stagione delle piogge, permettendo così la coltivazione e il raccolto del riso.

Lungo il fiume Ping, nel cuore di Chiang Mai, abitanti locali e turisti da tutto il mondo, accenderanno i tradizionali krathong (offerte di fiori galleggianti) e yee peng (lanterne di fuoco), esprimendo desideri da realizzare e illuminando acqua e cielo.

La festività si svolge in tutto il Paese nelle notti di luna piena, nel corso del dodicesimo mese lunare Thai. Quest’anno la celebrazione inizierà l’11 novembre e si concluderà il 13.

Sebbene non sia una ricorrenza religiosa, il «festival delle luci», così come viene soprannominato, vive momenti di intensa spiritualità. Secondo la tradizione, infatti, si rende omaggio alla Dea dell’acqua Mae Khongkha, la versione thailandese di Gaga, la Dea indù del fiume Gange.

Ma l’origine precisa del rituale non è chiara e si nutre, come spesso accade da queste parti, di leggende e aneddoti. Si pensa che abbia avuto inizio durante il XIII o XIV secolo grazie ad una donna di corte di nome Nopphamat nell’antica città thailandese di Sukhothai, che letteralmente significa «alba della felicità». Secondo altre interpretazioni la festa si legherebbe a quella indù di Diwali.

In ogni caso il protagonista assoluto è il fuoco. Appena tramonta il sole e il buio cerca di impadronirsene, migliaia di lanterne realizzate a mano con carta di riso verranno lanciate in aria come gesto propiziatorio, mentre i krathong, anch’essi fatti a mano con fiori e foglie di banano, verranno fatti galleggiare in acqua.

Lasciarli volare o fluttuare, simboleggia il voler mandare via tutta la negatività e la rabbia da se stessi, auspicando un nuovo anno di fortuna e prosperità.

I krathong vengono preparati con grande cura e sono arricchiti da candele, bastoncini di incenso (sempre in numero dispari) e preghiere scritte a mano su foglietti. Alcuni sono più complessi, altri più semplici, ma non per questo meno affascinanti.

La scelta dei fiori e dei colori da inserire è significativa. Quasi tutti prediligono fiori gialli o orchidee. Diverse persone aggiungono qualcosa di personale, un segno di riconoscimento, come una ciocca di capelli o un pezzetto di unghia, proprio per mandar via il passato e guardare all’imminente futuro.

Photo credit: Yoga in Thailandia
Photo credit: Yoga in Thailandia

Il popolo thai, molto superstizioso, infatti, crede che questo momento sia quello più propizio per far svanire simbolicamente il rancore che si è accumulato durante l’anno appena passato ed iniziarne uno nuovo libero dai sentimenti negativi.

Consegnare il krathong al fiume, dunque, non solo allontanerebbe la sfortuna, ma sarebbe di buon auspicio per l’anno alle porte. Sia che sia in campo sentimentale, sia che sia lavorativo o di salute.

I principali ponti di Chiang Mai, il Nawarat Bridge e l’Iron Bridge (Sapaan Lek), diventeranno quasi impossibili da percorrere. Dal centro dell’antica città thailandese le persone camminano per arrivare al fiume Ping.

Nei lati delle strade le bancarelle di cibo tradizionale Lanna (quello tipico del Nord della Thailandia) accompagneranno questi momenti di festa. Odori e colori si mischieranno alla gente in cammino.

Tre giorni incredibili per vivere la magia di Chiang Mai, scoprendo antiche – ma sempre attuali – tradizioni. Momenti che rimarranno indelebili all’interno del vostro cuore e della vostra mente.

Vi aspettiamo a Chiang Mai!

Yoga in Thailandia