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Soffermiamoci qualche istante a meditare, provando ad osservare senza giudicare, respirando profondamente dal naso ed espirando lentamente, sempre dal naso. Il corpo é perfettamente a suo agio, tranquillo, immobile.

Vediamo l’aria che entra ed esce dalle narici, espandendo e poi ritraendo l’addome. Tutto attorno scorre, con gli occhi chiusi possiamo vedere il nostro corpo seduto, a gambe incrociate oppure distese, con il volto rilassato e un leggero sorriso sulle labbra.

Siamo nel qui, siamo nell’ora. Siamo per qualche istante presenti a noi stessi. Con gli occhi chiusi, possiamo vedere tutto ciò che ci circonda, assaporando quella brezza che ci sfiora. Seduti, tranquilli, dedichiamo qualche istante per commemorare il Buddha.

Oggi si celebra, come da tradizione, la nascita, l’illuminazione e la morte di Gautama Buddha. Ogni anno questa giornata, che viene chiamata Vesak, cade sotto la luna piena del quarto mese lunare e nei Paesi come la Thailandia, il Tibet e India, è festa nazionale.

Il giorno dedicato al Buddha è perfetto per meditare e cogliere i suoi insegnamenti. Danze, musiche e piccoli spettacoli vengono effettuati in questa occasione nei Paesi buddisti, come omaggio, oltre alle varie preghiere e offerte di fiori e incensi che vengono fatte presso le sue raffigurazioni, non solo nei monasteri.

L’illuminazione o il Nirvana

Siddharta Gautama diventa il Buddha, che significa l’illuminato in una notte che si divide in tre fasi.

Sedette per molti anni in meditazione per raggiungere questo stato chiamato anche Nirvana che deriva dal Sanscrito e tradotto significa “cessazione del soffio”, ovvero il fine ultimo della vita terrena, lo stato in cui si ottiene la liberazione dal dolore. Il Buddha intraprese il suo viaggio per trovare una soluzione e porre fine alla sofferenza.

Nella prima fase dell’illuminazione, Siddharta Gautama ha visto tutte le sue vite precedenti, prima una, poi la seconda, dalla terza alla quinta e via via tutte le altre, a centinaia. La luce della conoscenza e dell’intuizione sono nate in lui.

Durante la seconda fase dell’illuminazione, il Buddha ha visto come tutti gli esseri umani nascono e muoiono e rinascono. Secondo il Karma (causa-effetto che vincola l’uomo al ciclo della rinascita, il Samsara) di questi esseri, poteva vedere le loro nuove forme e il corpo, l’aspetto. La continua rinascita portava maggiore dolore oppure maggiori voglie, desiderio.

L’illuminazione avvenne con la cessazione di tutti i pensieri, ovvero nella terza fase. Essendo la mente libera, Siddharta Gautama riesce ad acquisire i poteri psichici e, seduto sotto l’albero di Bodhi, riesce ha diffondere una luce di saggezza e di conoscenza.

Gli insegnamenti del Buddha sono racchiusi nelle Quattro Nobili Verità, che vorrebbero condurre l’uomo a un tipo di vita, comprendendone il significato, per ottenere la liberazione. Insegnamenti luminosi, fondati sull’amore e sulla compassione, che donano maggiore consapevolezza sulla natura della vita.

Chi era il Buddha?

Colui che chiamiamo Buddha, o Gautama Buddha, era un principe di nome Siddharta Gautama. Figlio della bellissima regina Maya e del re Suddhodana nell’attuale Nepal.

Al momento del concepimento si narra che la regina Maya aveva avuto la visione di un elefante bianco, che posava un fior di loto sul suo utero. La leggenda racconta che Maya, quando diede alla luce il piccolo in una foresta, un albero protese i suoi rami per aiutarla a sorreggersi. E poi, quando il neonato ha iniziato a camminare, facendo sette passi, dove i suoi piedini si sono posati, sono sbocciati dei fiori.

Durante la cerimonia di presentazione del nuovo principe, oltre a tutti i nobili che portavano i loro omaggi, si presentò un vecchio saggio eremita, annunciando al re che suo figlio sarebbe diventato un grande maestro, e che era dispiaciuto di essere ormai troppo vecchio per poter seguire i suoi insegnamenti e vedere il giorno dell’illuminazione.

Il re non fu contento di questa profezia, voleva che il principe diventasse un grande condottiero e poi a sua volta re. Se poi dopo esser divenuto il re voleva fare il maestro, avrebbe potuto fare le sue scelte.

Il principe Siddharta è cresciuto forte, diventando un’abile combattente. Nella sua vita da reale non gli mancò mai nulla e tutto sembrava bello e perfetto. Ma un giorno Siddharta sentì una melodia a lui sconosciuta, accompagnata da canti che narravano di terre lontane e della loro bellezza. La musica proveniva dall’esterno del suo palazzo, cosi, la curiosità di vedere il mondo porto il padre ad acconsentire ad un’uscita.

Tutta la città fu ripulita per l’occasione, musica e fiori sul suo percorso lo accompagnavano. Tra la folla di giovani che lo salutavano, il principe notò due anziani. Era la prima volta che vedeva una cosa simile, due uomini con il bastone e senza denti. Così chiese al suo migliore amico chi fossero.
E per la prima volta, Govinda, gli racconto della vecchiaia e della morte.

Siddharta voleva vedere con suoi occhi, scappando dalla sfilata organizzata per lui, si è addentrato nella città. Dove, diversamente da quello che aveva visto fino ad allora, trovò la fame, la malattia, la sofferenza e la morte.

Proprio dopo aver visto questo, a 29 anni inizia il suo cammino. Si unisce ad un gruppo di asceti, i Samana, rinunciando a tutti i suoi bene materiali, andando alla ricerca della verità sulla vita.

Paolina